Madonna di Trevignano, l’avvocato: “Dai risultati il DNA sulla statua è di Gisella, ma non solo suo”
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Il DNA sulla statuetta della Madonna di Trevignano e sul quadro raffigurante il Cristo appartiene a Gisella Cardia, ma non c'è solo il suo sangue. Il DNA è una traccia "mista", appartiene alla veggente e ad altre persone. In altre parole, non si tratta di una traccia "singola", ossia riconducibile esclusivamente a lei. Fanpage.it pubblica alcune anticipazioni dei risultati degli esami fatti sulla statuetta della Madonna e sul quadro trasudante del Cristo.
L'elaborato peritale già depositato verrà illustrato dal genetista forense Emiliano Giardina, il perito nominato dalla giudice delle indagini preliminari Vittoria Sodani, nell'ambito dell'incidente probatorio. L'udienza è fissata per il prossimo martedì 4 marzo alle ore 12 al Tribunale di Civitavecchia.
I risultati sul sangue della statuetta: "Traccia mista"
L'avvocato di Gisella Cardia Solange Marchignoli ha commentato le anticipazioni dei risultati degli esami fatti sulla statuetta della Madonna di Trevignano: "Il DNA di Gisella è ovunque sulla statuetta, ma non c'è solo il suo: si tratta di una ‘traccia mista'. Il colore rosso presente sulla statua risulta effettivamente sangue umano e femminile, con DNA misto, e cioè di Gisella Cardia, ma non solo. Inoltre non c'è traccia del DNA del marito, Gianni Cardia". L'avvocato Marchignoli non è stupita del risultato: "Credo a ciò che dice la mia assistita, ce lo aspettavamo che il DNA di Gisella fosse presente su tutta la statua, dato che è sua, negli anni l'ha toccata e baciata".
"I risultati escludono sangue di maiale e pittura"
"Il punto era capire – continua l'avvocato Marchignoli – se sulla statua fosse presente solo il DNA della signora Cardia o anche di altri, ed effettivamente dagli esami è emerso che è misto. Le risultanze, inoltre, escludono categoricamente che si tratti di sangue di maiale o pittura". Ora spetta alla Procura della Repubblica di Civitavecchia stabilire se con questi risultati si configuri il reato di truffa aggravata in concorso della quale sono indagati Maria Giuseppa Scarpulla e suo marito Gianni Cardia e formulare una richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio.